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Prevenzione dentale…

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“Italiani, troppe carie”
Bocciati in igiene dentale

da Repubblica 17 maggio 2011

 

Otto bambini su dieci non usano lo spazzolino, mentre il 90% dei giovani ha problemi ai denti. Ministero e Istat lanciano l’allarme: “Servono controlli più frequenti e un accesso più semplice ai servizi odontoiatrici” / Interattivo: l’igiene in 7 mosse 1
di ANNAMARIA MESSA
Ancora troppi italiani non sono attenti alla corretta igiene orale indispensabile per difendere i denti, prevenire danni dolorosi e costosi da curare. Se si parla di carie, si pensa subito ai bambini come a un’inevitabile malattia infantile, ma 8 bambini su 100 dichiarano di non lavarsi mai i denti, 43 su 100 li lavano solo una volta al giorno e, prima dei 6 anni, neanche 1 su 4 è stato dal dentista per un controllo. “La carie nel nostro Paese interessa individui di ogni età e la sua prevalenza aumenta con l’aumentare degli anni, dal 21,6 per cento della popolazione all’età di 4-5 anni, fino a raggiungere quasi il 90 per cento a 25 anni. Nei giovani, in particolare, si manifesta più di qualsiasi altra malattia infettiva cronica”, avvisa il ministero della Salute nel suo nuovo Quaderno dedicato all’odontoiatria, zeppo di dati e indicazioni per prevenire i tanti problemi che affliggono le nostre bocche per mancanza di attenzione.

Ancora in tanti non sappiamo lavarci i denti, non lo insegnamo ai nostri figli che, per difficoltà burocratiche, non li lavano neanche dopo il pasto a scuola. E così, si legge sul Quaderno ministeriale, circa un milione e mezzo di bambini italiani già prima dei 6 anni ha qualche dente cariato, 1 su 3 ha accumulo di placca batterica.

Allarme rilanciato a Siena dal Collegio dei docenti di odontoiatria in congresso nazionale. “I denti da latte vanno curati. Altrimenti si raddoppia la probabilità di disturbi dentali successivi e si facilitano problemi di carie sui denti definitivi. In più, se manca troppo presto un dente da latte c’è un concreto rischio di un non perfetto allineamento dei denti definitivi e la necessità poi di un apparecchio ortodontico”, ammonisce Antonella Polimeni, presidente Collegio docenti odontoiatria, direttore Scienze odontostomatologiche e maxillo-facciale, università La Sapienza, Roma. E aggiunge, “sarebbe auspicabile che la scuola pubblica trovasse un sistema per garantire l’igiene orale a esempio distribuendo spazzolini monouso, magari con l’aiuto dei genitori”.

Gli italiani perdono anche lo smalto dei loro denti per cattive abitudini (mordicchiare le unghie, il cappuccio della biro), non risciacquarsi la bocca con acqua dopo aver bevuto aranciate, bevande gassate (acide) o mangiato fragole e altri cibi altrettanto acidi e corrosivi dello smalto. Il progetto europeo EsCarCel sull’incidenza di usura e ipersensibilità dentale coinvolgerà in Italia 700 pazienti. Per identificare i fattori di rischio connessi all’usura dentale e costituire una rete di sorveglianza odontoiatrica.

Il Quaderno si chiude con alcuni buoni propositi: “Favorire maggiore accesso ai servizi odontoiatrici poiché i dati Istat (2005) indicano che il 35,2% della popolazione italiana tra i 6 e i 10 anni non è sottoposto a cure odontostomatologiche; circa il 34,5% degli italiani non va dall’odontoiatra, mentre il 48% lo fa una sola volta l’anno”.

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ANDI Livorno aderisce all’Oral Cancer Day 2011

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A partire dal 14 maggio 2011, sarà possibile farsi visitare gratuitamente da uno studio dentistico di uno specialista aderente all’ANDI.

Protetto: ipad

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ANDI Livorno – Benvenuto!

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OBETTIVO SORRISO

I consigli dei dentisti ANDI sugli sbiancanti:

attenzione al fai da te

con prodotti comprati all’estero

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L’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) apprezza l’invito della associazione Altroconsumo a prestare attenzione all’utilizzo degli sbiancati domiciliari giudicati poco efficaci ma soprattutto al fai da te utilizzando prodotto acquistati su Internet all’estero che potrebbero seriamente compromettere la propria salute orale.
Lo sbiancamento dentale è quella procedura in grado di riportare il colore dei propri denti a quello originario. Per uno sbiancamento efficace bisogna rivolgersi al proprio dentista.
Nicotina, teina, farmaci, alimenti sono i nemici principali della discromia (l’alterazione del colore dei denti naturali) dentale facendo perdere al sorriso colore e brillantezza di un tempo.
Per questo i trattamenti sbiancanti sono sempre più richiesti; trattamenti che per avere effetto e non creare problemi a denti e gengive devono essere prescritti da dentisti.
“Lo sbiancamento –spiega il presidente ANDI Ganfranco Prada– è un atto medico e come tale è indispensabile una preliminare valutazione da parte del dentista della natura del difetto di colore del dente naturale oggetto del trattamento sbiancante e della propria situazione clinica. Non tutti i difetti di colore dei denti naturali possono essere infatti risolti tramite lo sbiancamento, spesso essendo le discromie dentali dovute a difetti strutturali dello smalto dentale conseguenti a prolungata assunzione di farmaci in età infantile, a traumi dentali nonchè ad ulteriori cause eziologiche non possono essere risolti. Bisogna poi sempre valutare lo stato di salute delle gengive, dei denti per valutarne la situazione in termini di livello di posizione e per accertarsi se esistano condizioni infiammatorie. La presenza di tartaro richiede una seduta di igiene orale prima del trattamento sbiancante”.
I prodotti per lo sbiancamento dentale professionale sono a base di perossido di idrogeno ad elevata concentrazione e non hanno alcuna azione diretta sulla componente minerale dello smalto dentale: il loro meccanismo d’azione è legato alla modifica del legame chimico presente nelle sostanze che sono responsabili della discromia del dente. L’azione del perossido ad alta concentrazione modifica riorientando la riflessione della luce da parte dello smalto dentale ospite di quelle sostanze. Questo effetto è comunque temporaneo e, pertanto, il trattamento sbiancante va ripetuto con regolarità nei tempi previsti dall’odontoiatra in media ogni 18-24 mesi